Lavori degli studenti

     8 MARZO # DIRITTO ALLA MEMORIA     

Il progetto “Diritto alla memoria” nasce in seguito a una riflessione svolta negli anni dalla prof.ssa Silvia Carminati con i suoi studenti in merito al fatto che la presenza delle artiste sui testi di storia dell’arte è assolutamente irrilevante se non nulla. Eppure, la storia dell’arte è ricca di figure femminili importanti e interessanti, che hanno lottato per poter essere artiste, battendosi contro pregiudizi e limitazioni notevoli, e che hanno prodotto capolavori stimati e apprezzati da colleghi del calibro di Caravaggio, Vasari, van Dyck, Monet (per non citarne che alcuni), e ricercati dai più influenti mecenati, quali papi, imperatori, collezionisti.

Nonostante a partire dagli anni Settanta del Novecento alcune storiche dell’arte abbiano cominciato il complesso lavoro di recupero (biografico e artistico), e nonostante alcuni musei abbiano dedicato delle mostre (pochissime!) ad artiste del passato e del presente, ancora oggi sui testi scolastici di storia dell’arte i nomi delle donne si contano sulle dita di una mano e le pubblicazioni sul tema sono ancora rare e difficili da reperire.

Del resto, le opere d’arte delle artiste esposte nei musei rappresentano solo il 3% del totale delle opere esposte, ma molte di esse si trovano nei depositi…Questa tendenza è il retaggio dell’atteggiamento di fine Ottocento-inizio Novecento che ha decretato, nella stesura dei primi veri testi di storia dell’arte, l’esclusione sistematica delle donne artiste: infatti, fino al XIX
secolo negli scritti vittoriani sono ricordate moltissime artiste (centinaia!) e venivano dati alle stampe testi specifici sulle donne, come Women Artists in All Ages and Countries (1859) di Elisabeth Ellet o Women Artists in Europe and America (1903), Women in the fine arts, from the Seventh Century B.C. to the Twentieth Century A.D. (1904) e Women in the Fine Arts (1906) di Clara Clements. La damnatio memoriae delle donne si deve alla costruzione di alcuni stereotipi, quali ad esempio: il concetto di genio = uomo (inteso come maschio) ribelle e incompreso, la convinzione che esistano arti maschili (pittura, scultura, architettura) e arti femminili (ritenute minori, come il ricamo o la miniatura ad esempio), la distinzione dei generi artistici con l’idea che le donne che dipingono lo facciano solo per diletto, a livello amatoriale, e a loro siano riservati soltanto i generi del ritratto e della natura morta, cioè i generi da cavalletto (non certo i cicli di
affreschi che sono pubblici e portano all’artista molta visibilità, fama e soldi). Tale tendenza si è radicata profondamente fin oltre la metà del secolo scorso portando all’attuale situazione.

Ma le donne non sono state solo muse, al contrario sono state e sono grandi artiste deliberatamente tenute nell’ombra: l’esiguità del numero di donne sulla scena artistica internazionale, anche in una prospettiva storica, non è dovuta alla grandezza o meno delle artiste, ma riguarda in modo molto più ampio la storia sociale delle donne, che venivano costantemente
rimosse dalle attività intellettuali ed artistiche.

Oggi abbiamo il compito di chiederci se le artiste contemporanee saranno ricordate come i loro colleghi o se, in qualche modo, ancora oggi si stia creando disparità sulla produzione della memoria.

Il progetto “Diritto alla memoria” intende riportare alla luce alcune artiste, intende tirarle fuori dall’ombra e stimolare una riflessione sulla discriminazione di genere: per questo motivo gli studenti hanno adottato simbolicamente alcune artiste e si sono presi la responsabilità di farle
conoscere al resto della scuola attraverso la realizzazione di locandine.

Essendo l’8 marzo la Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne, il progetto “Diritto alla memoria” vi si inserisce a pieno titolo. Il criterio espositivo delle locandine è tendenzialmente cronologico, così che sia possibile cogliere non solo la qualità artistica delle opere prodotte
dalle donne, ma anche la quantità di artiste che hanno operato nei secoli. Si sottolinea, tuttavia, che la presentazione non è certo esaustiva: almeno altrettanti nomi attendono un’adozione simbolica da parte degli studenti…

È inevitabile che alcune delle donne qui proposte siano note agli adulti, ai quali non sembreranno da “tirare fuori dall’ombra”, ma lo scopo del progetto è che gli studenti conoscano queste straordinarie figure e prendano consapevolezza che la storia che finora hanno studiato è
mancante di una delle due metà, quella femminile.

Al progetto hanno aderito, oltre alle classi della prof.ssa Silvia Carminati (3CL, 3F, 3G, 4CL, 4F, 4G, 5CL, 5F, 5G), anche le classi 3E, 3D e 4D coordinate dalla prof.ssa Francesca Carleschi, le classi 4E, 5E, 5P coordinate dal prof. Mirko Olandese e le classi 3A, 3B, 3N, 5A coordinate dalla prof.ssa Elena Rizzardi. La prof.ssa Irene Sissa ha aderito al progetto proponendo alle classi 3D, 3F e 4F le figure di alcune matematiche, fisiche e scienziate. Il logo che indossano gli studenti che hanno partecipato al progetto è stato disegnato dal prof. Mirko Olandese. La presente galleria immagini con tutte le locandine è stata realizzata dai ragazzi del Progetto Multimedialità.